venerdì 11 gennaio 2013

05. Rudra

(dal testo “Facets of Brahman, or the Hindu Gods” by Swami Chidbhavananda)

Tra gli appellativi attribuiti a Shiva, è veramente significativo il termine Rudra. Apparentemente connota due idee contrastanti: Rudra è colui che vessa e fa piangere ed allo stesso tempo è il dispensatore di benedizione. Può la prosperità essere il prodotto del dolore?

Il processo di purificare l’anima da tutti i peccati avviene nel laboratorio chiamato “vita”. Rudra personifica la morte, che è inevitabile per tutti gli esseri incarnati. Ma la gente non è preparata a tener conto dell’inevitabile. La morte semina terrore in loro. Essi non sono preparati a rassegnarsi ad essa.

I devoti di Rudra sono coloro che abbracciano la morte. In India I cadaveri vengono cremati per ricordare all’uomo l’impermanenza del corpo grossolano. Rudra è la diinità che tutela il suolo della creamazione. È in realtà il suo tempio. È il codardo che fugge questo luogo sacro come qualcosa di non ausicioso.

Attraverso la trasformazione chiamata morte, Rudra rinnova le anime. Bisogna liberarsi dalla spoglie mortali investite e il Signore si dedica senza posa a questo sacro atto. Di fatto il Signore non è sempre morbido, dolce e sorridente, né è sempre remissivo. In Lui si incontrano gli opposti. Egli è tanto il terrore quanto la mansuetudine. Gli aspetti terrificanti di Shiva sono Rudra e Virabhadra. Egli è come l’oceano che è sia selvaggio che dolce.

Si sconfigge la paura con l’adorazione di Rudra. Per il timoroso andare al terreno di cremazione è contaminante, ma per il coraggioso è un luogo di autopurificazione.

Shiva si è imbrattato con la cenere lasciata dalla cremazione del corpo morto. una collana di bianche ossa adorna il suo corpo. Un teschio nelle sue mani serve come ricettacolo di alms (?). Attraverso questo strano e assurdo aspetto egli rivela che vita e morte sono concomitanti. Una non esclude l’altra.

Colui che è capace di tenere in conto la morte come la vita diventa degno di Natura Divina. “Morte? Non sono scosso da essa”, dice il devoto di Shiva.

Si dice che il Grande Dio onnipervadente si manifesti più in Banaras che in qualsiasi altro luogo. Ed è così perché qui la morte è accettata e riverita più fortemente che in qualsiasi altro luogo sacro. Banaras è chiamata Mahasmasan, “Il Grande Suolo della Cremazione”.

Quando vita e morte sono considerate uguali, la rivelazione di Dio diventa auto-evidente.

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